da EVITARE NELLA MANIERA PIU' ASSOLUTA!
da EVITARE NELLA MANIERA PIU' ASSOLUTA!
(Tue 05 Mar 2024)
da: Nunzio . 1.5 da 5
Io e mia moglie siamo appena rientrati da Bologna, dove abbiamo trascorso una breve ma intensa vacanza. Siamo stati giusto domenica (l’ultimo giorno) a pranzo da Vito San Luca ed oggi stesso voglio assolutamente scrivere la mia recensione, ora che ricordo ogni istante alla perfezione, nella speranza che cio' mi permetta anche di smaltire un po' della stizza che l'evento mi ha messo in corpo... Ma andiamo con ordine. La mattina, come ultima tappa del nostro tour di Bologna, una ns cara amica ci ha accompagnati a visitare il Santuario di San Luca. Le due donne han voluto partecipare alla Santa Messa delle 12 per cui, fra una cosa e l'altra, si son fatte passate le 13. Abbiamo cosi' optato per un pranzo sul posto. Sciagura vuole che, nelle vicinanze del santuario, "Vito" sia l'unico ristorante (da non confondere con l'altro "Vito" presente a Bologna ma in tutt'altra zona) per cui, inconsapevoli di cio' che ci attendeva, siamo entrati. Il locale era molto affollato ma, dopo pochi minuti, si e' liberato un tavolo e, ad accompagnarci e servirci, abbiamo avuto l'onore di avere nientemeno che il proprietario (riconoscibilissimo dalla capoccia calva piu' di una palla da biliardo). Ha preso le ordinazioni: tre primi per iniziare, accompagnati da acqua ed un calice di sangiovese (sono l'unico dei tre a bere vino ed il ristorante non ha vino sfuso, opto quindi per il calice). Sempre il proprietario arriva dopo pochissimi minuti con le bevande: l'acqua ed un buon calice di 300cl abbondanti di vino. Che, non so ancora come (forse per assoluta inesperienza o perche' magari aveva appena finito, lui, di pranzare esagerando un po' con il vino), ci versa totalmente addosso. Di "totalmente" in quanto neppure una goccia finisce sul tavolo, poche gocce finiscono sulla panca su cui siamo seduti, mentre 299cl finiscono su di me, inzuppandomi dal collo della camicia fin sulle scarpe, passando da maglione e pantaloni, e su mia moglie, inzuppandole la maglia. Ancora peggio, si sono letteralmente inzuppati di sangiovese i nostri due giacconi ed il cappello di mia moglie (che erano posati fra noi sulla panca). Insomma, si e' salvata unicamente la biancheria. Tutto cio' e' avvenuto in pochissimi secondi, e pochissimi secondi ha impiegato il proprietario-cameriere a banalmente dirci che "il ristorante e' assicurato per tali eventi" e affrettarsi a portare un latro bicchiere di vino. Da quel momento e' letteramente sparito dal nostro tavolo. Dopo un attimo di sbigottimento (per non dire altro) abbiamo cercato di asciugarci alla meglio con i tovaglioli di carta (che sarebbero dovuti servire per il pranzo) e, in quel mentre, e' arrivato un cameriere (inviato dal proprietario che, nel frattempo, era evidentemente andato a mettere la testa sotto la sabbia) per asciugare quel poco vino che era andato sulla panca. Ne abbiamo cosi' approfittato almeno per chiedere degli altri fazzoletti di carta e, all'arrivo di questi, un eventuale smacchiatore. Lo smacchiatore, di quelli spray, e' arrivato, invitati pero' ad usarlo in bagno per non arrecare, noi scocciatori che non stavamo proferendo neppure una parola, in bagno. E mentre eravamo ancora li', soffocati fra spray ed odore di vino, a cercare di risolvere alla meglio il problema con i nostri panni, e' arrivato il cameriere con i primi! Con il massimo della cortesia che si poteva concedere in quella circostamza, abbiamo invitato il cameriere perlomeno ad andar via e darci tempo di risistemarci un minmo. Evidenzio che in tutto questo daffare, durato circa 15 minuti, il proprietario si e' assolutamente tenuto alla larga da noi e nessuno dico nessuno e' venuto ad accertarsi sulla situazione. Cosi', ci siamo sistemati al meglio, abbiamo in fretta buttato giu' in pancia quei tre primi senza infamia ma soprattutto senza lode (piccolissime porzioni di livello discutibile) e, con il preciso ed unico obiettivo di lasciare quel locale quanto prima, abbiamo chiesto il conto, nonche' lumi su quel "noi siamo assicurati per tali eventi". Cosi', sempre il cameriere, non il proprietario, e' venuto a dirci che il ristorante aveva il paicere di rimborsarci le spese di tintoria o, a scelta, il pranzo consumato. Nonostante il danno certamente superiore al valore di quel poco di pranzo consumato, abbiamo di gran lunga preferito optare per la seconda opzione, per non dover avere a che fare nei prossimi mesi con telefonate, fotocopie, pratiche, spedizioni e discussioni a distanza per farsi rimborsare la tintoria. Sebbene la ns sensazione sia che le macchie soprattutto dal mio giaccone e dalla maglia di mia moglie, dopo un'attesa di cosi' tante ore (oggi e' domenica e le tintorie saranno aperte solo domani nel pomeriggio) non verranno via. Il danno sara' quindi di un bel po' di centinaia di euro ma il danno forse maggiore e' quello di aver chiuso con una grande incavolata un weekend a Bologna che fino a quel momento si era dimostrato fantastico. Usciti dal ristorante abbiamo proseguito a piedi fino alla stazione di Bologna da dove, nel tardo pomeriggio, abbiamo preso il treno per il rientro. Nel treno ci siamo vergognati a morte per il puzzo di vino che i nostri panni emanavano. Abbiamo avuto modo di scoprire che anche i biglietti, custoditi all'interno di una tasca del mio zaino, erano inzuppati del maledetto sangiovese. Per fortuna se ne riusciva almeno a leggere il PNR. Versare un bicchiere puo' succedere (ma ad un cameriere non dovrebbe mai succedere) ma, quando succede, esigo scuse e rispetto ed una particolare premura ed attenzione da parte dello sciagurato e disattento cameriere, ancora piu' se cameriere-proprietario, nel far si' che i danni conseguenti all'evento siano ridotti al minimo. Anche se cio' puo' significare trascurare per qualche minuto in piu' gli altri clienti "piu' fortunati" (che non hanno cioe' avuto la sciagura di incappare nel cameriere imbranato). E' in queste situazioni che forse piu' emerge la vera natura di un ristorante. Ed in questo caso e' una natura morta.
Nunzio non raccomanda Vito a San Luca. Nunzio non andrà un'altra volta a Vito a San Luca.
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